TARMURI DI LUNA DELLA POETESSA MARIA TERESA LIUZZO
PUBBLICATA IN ROMANIA NELLA TRADUZIONE DI ALEXANDRU MACADAN - PER COSMOPOLI (EDIZIONI, 2023)
LAQUETTE BILINGUE DI CIRCA QUINDICI TESTI
INTRODUZIONE DI VINCENZO GUARRACINO
NELLA FOTO VINCENZO GUARRACINO
Un agile pannello di versi ma quanto basta per intuire il senso di un bisogno di luce e di poesia che ha radici lontane, sotto il segno, fin dal titolo, di una ''luna '' che non può non farci pensare al Leopardi.
Già in tempi non recenti mi era capitato, in un giudizio espresso a proposito di un'opera precedente (credo Genesis del 2008), di evocare per questa poetessa auree leopardiane (pensavo allora al Leopardi del Primo amore, in particolare ai versi laddove il Poeta fissa in maniera paradigmatica i valori che segnano e sorreggono la sua vita: ''Solo il mio cor piaceami, e col mio core / in un perenne ragionar sopito, / alla guardia seder del mio dolore'', w. 82-4).
Come non sorprendersi, oggi più di ieri, proprio alla congiunzione solitudine - pensiero, che permea tanta parte del testo leopardiano citato, con l'amore in presenza o in assenza, a farla da padrone, e il cuore, interpretante significativo ed essenziale, a scandire sotto il segno del ricordo, a leggere un testo emblematico e in un certo senso riassuntivo di questa silloge come spiegami perché, in cui la Liuzzo con generosi impeti lirici e commovente sincerità invoca '' nel tanto buio '' che la fascia il dono di sorreggerla, oltre che di corrisponderla integralmente, con la forza della Poesia?-
Colpisce soprattutto quell'evocazione dell'Amato come '' mio primo sorso d'acqua '' capace di soddisfare una sete inesausta di Luce e di Parola: come autentica risorsa per esorcizzare naufragio e dispersione e sottrarsi così allo spettro della precarietà dell'esistenza e al baratro della vanità.
(''Dimmi perché / al sorgere del sole / rammendano parole / le ombre della luce. / Sento che il mare batte / dentro il cuore'').
Vincenzo Guarracin